mercoledì 1 settembre 2010

Vaccherezza 2010


A Vaccherezza, dopo sessantacinque anni dal tragico rastrellamento che costò la vita di sedici partigiani, aleggia ancora lo spirito di resistenza. Uno spirito che non ne vuol sapere di darsi per vinto di fronte alle ingiustizie del mondo, alle prevaricazioni dei potenti, alle proposte xenofobe. Uno spirito resistente che lotta per ideali più grandi, più giusti: la libertà di tutti, l'uguaglianza, la Costituzione Italiana come bandiera indiscussa della vita di ogni cittadino.
Questa l'atmosfera particolare e intensa che si è respirata alla conca di Vaccherezza sabato 28 e domenica 29 agosto. L'Anpi Condove-Caprie, guidato dall'instancabile ed esemplare Mario Jannon, da quest'anno aiutato dall'ondata giovanile del direttivo neo-eletto, ha riportato per due giorni le coscienze di tutti a quei significati profondi che sono la resistenza e la Costituzione.

Si è incominciato sabato mattina quando un folto gruppo, quasi una trentina, si è inerpicato lungo il sentiero della memoria che riassapora i passi della battaglia, che vide le truppe nazi-fasciste circondare la 114° brigata Garibaldi stanziata fra Prato del Rio e la Portia. Tante le croci dei caduti incontrate e per ognuna è stato posato un fiore, così come "Bella ciao" insegna: un fiore per il partigiano morto per la libertà. E in ogni momento, ogni pausa, ogni passo, arrivavano vivide e forti le parole di due protagonisti dell'epoca: Luigi Falco, nome di battaglia "Gin", sopravvissuto partigiano al rastrellamento del 20 aprile 1945, e Mario Vercellino, stambecco della montagna condovese, il quale nel '45 aiutava dall'alto dei suoi quindici anni i resistenti a nascondersi e tirare avanti come si poteva di fronte alle privazioni della guerra.
Nel pomeriggio i racconti sono continuati insieme alla mediazione e intervento di un grande interprete nostrano della storia partigiana: il professor Gigi Richetto. Le sue parole attente e curate su momenti e passaggi storici difficili e delicati, sia di macrostoria che di episodi locali, hanno permesso a molti di raccapezzarsi di più sul perché di certe situazioni, sul come mai ragazzi come il partigiano "Gin" scegliessero di andare a lottare sulle montagne, di schierarsi dalla parte giusta. Dal pomeriggio, con grande orgoglio dei ragazzi dell 'Anpi, i partecipanti alle attività sono aumentati vertiginosamente: più di trenta ad ascoltare le parole del prof. Richetto, fra cui anche i compagni della sezione Anpi di Bussoleno; quasi sessanta seduti ai tavoli nel centro della borgata, molto ospitale e partecipativa, per la cena; settantacinque per la visione del film di Giorgio Diritti "L'uomo che verrà", il quale ripercorre la strage di Marzabotto vicino Bologna con delle sfumature incredibilmente realistiche che permettono di calarsi realmente in quella che potesse essere la vita della guerra, con tutta la sua crudeltà ed il suo sangue.
La serata è terminata con i racconti intorno al fuoco di Guido Carbi, amico partigiano che combatté sul Col de Lys, sempre disponibile ad incontrarsi con tutti per sensibilizzare in particolare le nuove generazioni ai temi della resistenza, della pace, della difesa degli ideali antifasiscti e costituzionali. Le domande piovevano da ogni parte e la partecipazione è stata tale da protrarre il momento d'incontro fin oltre la mezzanotte.

In una cornice di una giornata stupenda si è aperta domenica mattina la commemorazione ufficiale, dove Mario Jannon ha guidato i presenti dalla messa di don Silvio Bertolo agli interventi delle autorità e dell'oratore ufficiale, il presidente della comunità montana Sandro Plano. Alcuni passi significativi che richiamano lo spirito resistente della conca di Vaccherezza: «Ritornando alle nostre case la speranza forte è che si possano appianare le divergenze e i contrasti, in modo da poter collaborare, così come i partigiani fecero lottando contro le forze d'oppressione», si augura il sindaco condovese Piero Listello; Antonio Ferrentino, consigliere provinciale, ricorda altresì la ricorrenza della strage del '92 di Capaci, ringraziando cosìchi ancora oggi e nel dopoguerra non ha mai smesso di lottare per l'Italia, quella vera, quella che sta dalla parte giusta; l'ing. Plano invece sviscera un intervento che mira a collegare l'impegno di ieri nell'impegno di oggi, il resistere dei partigiani al resistere per esistere odierno. Il passo più significativo arriva nel finale, quando si analizzano cinque articoli costituzionali e le disattese del governo Berlusconi: «"Art. 1: L'Italia è una repubblica fondata sul lavoro". Allora com'è possibile che nell'ultimo progetto di lavori del governo non ci sia tra i suoi cinque punti fondamentali nemmeno un accenno al lavoro, alla crisi, ai disoccupati, cassa-integrati, licenziati italiani. Cosa ne sarà per esempio dei cinquemila valsusini che si troveranno di qui a breve con la cassa integrazione che finisce?». Un intervento duro, sicuramente polemico, ma che riscuote successo tra le più di duecento persone presenti.
Prima della polentata, derivata dal lavoro del direttivo Anpi con l'aiuto dell'Ana Condove, si effettua un colorito e toccante lancio di palloncini, ai quali sono attaccati i primi articoli della Costituzione, oltre a frasi di Calamandrei, Rigoni Stern, Primo Levi. Due giorni partigiani, due giorni per far capire che quando si sceglie è meglio scegliere la parte giusta da subito, con coraggio, nelle difficoltà ma con la forza che, come disse Italo Calvino ne "Il sentiero dei nidi di ragno", «noi siamo dalla parte del riscatto, loro dall'altra. Da noi niente va perduto, nessun gesto, nessuno sparo, tutto servirà se non a liberare noi a liberare i nostri figli, a costruire un'umanità senza più rabbia, serena, in cui si possa non essere cattivi. L'altra è la parte dei gesti peduti, degli inutili furori, perduti e inutili anche se vincessero, perché servono a ripetere e perpetuare quel furore e quell'odio, finché dopo altri venti o cento o mille anni si tornerebbe così, noi e loro, a combattere con lo stesso odio, noi per redimercene, loro per restarne schiavi».

Gianmarco Galfano


Siamo sul web!

La sezione ANPI di Condove-Caprie da oggi è su internet.
L’ANPI non è nostalgia, al contrario, è impegno civile per il futuro a difesa di quei valori universali che sono la libertà e la democrazia. Nell'intento di diffondere la cultura della resistenza partigiana, per stimolare un confronto fra le resistenze di ieri e di oggi, e di unire generi e generazioni, resistenze ed esistenze, ci proponiamo come luogo di incontro e di aggregazione nel nome di interessi civili, culturali e sociali, cercando di rendere in maniera forte il passaggio dal ricordo dei singoli alla memoria collettiva.
Il nostro blog dell’ANPI sarà quindi luogo della conoscenza e della memoria, per non dimenticare e continuare a costruire quell’Italia libera che tanti giovani durante la Resistenza, anche a prezzo della vita, sognavano. Con l’aiuto di vecchi e nuovi partigiani abbiamo la ragionevole certezza di riuscirci.